TESTI CRITICI

Graziano Campanini - Mappa di viaggio

Non vi è certamente bisogno di scomodare Predrag Matvejevic per intravedere in questa nuova avventura artistica di Salvatore Amelio, che in questi giorni ha luogo a Berlino ed è dedicata all’Altare di Pergamo, uno dei tanti fili rossi che attraversano il Mediterraneo, l’Asia Minore, l’Africa romana e l’Europa del Sud.
Come in una mappa di un antico portolano veneziano o turco in cui il centro del mondo di allora, almeno per noi “mediterranei”, era considerato non solo una città - Roma, Istambul, Gerusalemme - o un’isola - la Sicilia, Creta, Cipro… - ma proprio il mare. Quel vasto mondo d’acqua circondato da città e foci di fiumi e paludi, foreste, spiagge selvagge e ombrose rocce, villaggi e fortezze. In effetti Amelio è nato in Calabria, nel centro della Magna Grecia (luogo di commistione tra i greci e le popolazioni italiche): e questo è un primo elemento da tenere in considerazione.
Pergamo è stata capitale di un fiorente e ricco Stato Ellenico, uno di quei regni che per lungo tempo ha cercato di portare avanti una politica di fusione tra i mondi greco-macedone e persiano-asiatico, come era stato nei desideri di Alessandro Magno: e questo è un altro elemento da tenere in considerazione. Oggi infine, l’altare, con la bellezza dei suoi fregi, è esposto a Berlino, in un museo che porta il suo nome, su un’isola al centro della Sprea.
È vero, per i popoli mediterranei siamo al nord, ma è anche vero che quell’isola rappresenta, anzi, è un pezzetto di Mediterraneo, di profondo sud che si confronta con il Baltico e il Mare del Nord. Nella mente, nella memoria e nel cuore di molti berlinesi e tedeschi, o per i molti che conoscano profondamente la loro cultura, è dal “Gran Tour” educativo e poi da Winckelmann in avanti che i miti greci di Ulisse, di Achille, del Ratto d’Europa di Enea, della battaglia dei giganti contro gli dei guidati da Giove, sono parte fondamentale e fondante della cultura di una classe intellettuale che ha dato all’Europa, solo per rimanere legati a questi aspetti, il neoclassicismo ed il romanticismo, e uomini quali Schiller e Göethe, Winckelmann e Beethoven.
Torniamo infine ad Amelio e alla sua vita: dai primi interessi giovanili per i monumenti della Magna Grecia al trasferimento a Cento, allo studio dell’Arte a Bologna, materia che in seguito ha insegnato per tanti anni.
Allora il nostro filo rosso non può non tracciare una linea che viene a parlarci di Annibale Carracci ed al suo ritorno al classicismo (si vedano le storie di Enea e Giasone a Palazzo Fava) e poi a Guido Reni ed infine al Guercino, nato nella stessa patria di adozione del Nostro.
Guercino: colui che ha portato in pittura l’ideale classico fino quasi ai primi vagiti del pre-romanticismo (vedere per credere la Sibilla della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, in quella città). Allora, ancora una volta, i nostri fili si intrecciano sempre più da Nord a Sud, da Est a Ovest. La mappa del mondo portolano comincia a definirsi: intravediamo percorsi comuni che partono da molto lontano, altri che si aggiungono, altri che se ne staccano e procedono in nuove direzioni.
Mediterraneo come “crogiuolo” di idee, esperienze, arti e popolazioni con percorsi che a volte arrivano ben lontano! Chi avrà occasione di vedere in molti luoghi italiani i lavori in bronzo, terracotta o cemento di Amelio potrà ritrovare nelle forme oramai tipiche delle sue sculture o nei disegni - quasi fossero fotogrammi di un film - che ha prodotto per questa mostra, brani, sprazzi e tracce del suo percorso culturale (cui prima accennavo), ovviamente interpretati e tradotti dal suo pensiero e dall’azione della sua mano, ma sempre efficaci e poetici.

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Salvatore Amelio Tel. e Fax 051.902107 - Cell. 338.8629115 - e-mail Privacy Policy